Algernon, rose rosse sulla tomba dell’intelligenza

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Uomini e topi di Keyes: miracoli e misteri nella mente dei mammiferi

Questa è la storia di un topo, una cavia da laboratorio di nome Algernon, che grazie a particolari interventi chirurgici sul suo cervello diventa molto intelligente.
Questa è la storia di una equipe di scienziati che rendono intelligente un topo
da laboratorio.
Questa è anche la storia di Charlie Gordon, un ritardato mentale (o diversamente abile, come ipocritamente si usa dire oggi, dove un imbecille è un diversamente intelligente) che lavora nella bottega di un fornaio. Vive felicemente del suo lavoro, sa che gli scherzi dei suoi colleghi di lavoro sono una manifestazione di simpatia e amicizia e ci ride sempre sopra.

Charlie Gordon è un ritardato mentale con una madre che gli ripete da sempre che è come gli altri bambini e un giorno lo dimostrerà.
Questa è la storia di un ritardato mentale che voleva diventare intelligente.

Charlie Gordon sa a malapena reggere una penna e quando scrive commette molti errori di grammatica per non parlare della sintassi, perciò leggere il suo diario all’inizio di questa storia, per una persona cosiddetta normale, è un poco difficile e fastidioso. Per una persona “normale”, leggere un diario zeppo di errori grammaticali scritto da un semi analfabeta è una vera tortura, ma se ha un poco di comprensione umana, la persona “normale” vedrà come in poche settimane dall’operazione, Charlie Gordon scriverà come un grande letterato, e scoprirà anche i contrasti e le piccolezze umane del gruppo di scienziati che hanno pasticciato con la sua materia grigia quanto basta da renderlo intelligente più di loro.

Scoprirà pure che nella sua crescita intellettuale Charlie Gordon arriverà a comprendere che gli amichevoli scherzi dei suoi compagni di lavoro erano in realtà piccoli soprusi quotidiani verso una persona più debole di loro. Leggendo i suoi rapporti quotidiani conosceremo Charlie Gordon e il topolino Algernon, e l’agire scientificamente distaccato di medici e biologi e psicologi che studiano i progressi delle cavie Algernon-Charlie.

Questa è la storia di un esperimento scientifico di successo che si trasforma pagina dopo pagina, in un disastroso fallimento umano prima ancora che scientifico. L’operazione subita da Algernon-Charlie infatti non è permanente come ci si aspettava. Riga dopo riga, sia Algernon che Charlie ridiscendono la scala dell’intelligenza, una discesa costante verso la perdita delle proprie capacità intellettuali ed emotive.

Nulla è così umanamente devastante come la consapevolezza della perdita giornaliera delle proprie capacità intellettuali.

“Fiori per Algernon” è un romanzo che tutti dovremmo leggere, è un libro che dovrebbe essere dato come lettura nelle scuole, non fosse altro per insegnare ad avere un poco di empatia verso i più sfortunati.
Ovviamente questo non succederà mai.

“Fiori per Algernon” è un romanzo che instilla troppa pietà umana, e in questo nostro mondo di avidi lupi, provare emozione e comprensione verso chi è un passo indietro rispetto a noi è considerato una utopia di sinistra irrealizzabile. In pratica immaginare un mondo migliore è un reato universale.

I fiori sulla tomba di Algernon sono i fiori sulla tomba della nostra immaginazione per un mondo migliore.

“Fiori per Algernon” è un libro da leggere, punto e basta!
Da questo romanzo nel 1968 è stato tratto il film “I due mondi di Charlie” con Cliff Robertson nella parte di Charlie che gli valse il premio Oscar.

Giuseppe Ferri

 

Titolo Originale
Flowers for Algernon  (1966) di Daniel Keyes 

Traduttore 
Bruno Oddera
Pag. 267 
Pocket Fantascienza
Longanesi & C.

Giuseppe Ferri

classe 1959 da sempre appassionato lettore di SF, unico genere letterario in grado di unire materia umanistica a 297 quella scientifica senza annoiare. Ama leggere più che scrivere e questo è il motivo della sua scarsa produzione. Attualmente, dopo 42 anni e 10 mesi di contributi finalmente in pensione, ma continua ad avere lo sguardo sul futuro.

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