L’Occidente rimescolato di Farneti: fasci di paganesimo e fiaccole imperiali

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La marcia dello spirito di Roma nella Storia che non fu

Occidente è un romanzo da leggere senza preconcetti ideologici se si vuole gustarlo per quello che è, una fantasia letteraria ben delineata, che esplora i mondi del possibile rispondendo alla semplice domande “Come sarebbero andate le cose se…”

In questo caso il grosso SE… riguarda l’avventura fascista che, invece di indirizzarsi verso il declino con l’entrata in guerra al fianco di Hitler, sceglie di mantenersi neutrale. Una sorta di “Comprendiamo ma non condividiamo” che Aldo Moro fece con gli USA per quanto riguarda il tentativo di coinvolgere l’Italia nella guerra del Vietnam.

Così, diversamente dalla realtà che studiamo a scuola, (quando qualcuno se la studia) nel giugno 1940 Mussolini annuncia la neutralità del Bel Paese, evitando la tragedia della seconda guerra mondiale. Conservando così l’impero coloniale, che tra l’altro, si espande grazie a una terza guerra mondiale a fianco degli USA e contro l’Unione Sovietica. Nella lettura del libro apprendiamo che gli eserciti dell’Occidente, con in prima fila i battaglioni delle Camicie nere di Mussolini, sono i primi a entrare a Mosca dopo una grande battaglia a Smolensk e Stalin viene eliminato, dissolvendo in parte il pericolo comunista.

Il libro però si apre con uno scontro con i Viet Cong, l’Italia infatti nel 1972 sta combattendo in Vietnam al fianco degli USA. Qui tra eroiche azioni di guerra conosciamo i vari personaggi principali del romanzo. Il capo manipolo Tebaldi e i suoi fidati aiutanti Ferri, Corbo, Bassico Savelli e Cavan. Insieme nelle prime pagine affronteranno i Viet Cong in una missione pericolosa che vedrà la morte di Giulia Flaviani, il primo ufficiale donna nominato in tutto l’Impero, alla quale Tebaldi è legato sentimentalmente.

La sua morte cruenta segnerà Tebaldi per tutta la vita, soprattutto per lo strano discorso da Lei fatto a proposito di una sua discendenza diretta con l’imperatore Flavio Claudio Giuliano, detto l’Apostata. E’ la rivelazione di un antico segreto, con gruppi di potere occulti che tramano contro il fascismo e l’Impero. Da qui in poi la vicenda si colora sempre più di esoterismo, tra passato con divinità classiche che si agitano sullo sfondo, (alla faccia del Cristianesimo) con trame golpiste,
complotti ecclesiastici e strani avvistamenti di UFO nei cieli italiani e la caduta di un oggetto misterioso e depistaggi alla Roswell. Insomma una storia ben congegnata, condita dalla ben nota retorica sul dovere, la lealtà, e quell’eroismo combattente che da sempre aleggia nelle fantasie della propaganda fascista. Un fascismo ideale ma mai esistito veramente. Un sogno ideologico come quello comunista, entrambi rivelatisi terribili incubi fallimentari quando applicati nella realtà.

Occidente è un romanzo Ucronico con connotazioni esoteriche e vagamente fantascientifiche. Mario Farneti ha fatto un gran lavoro di ricerca storica che gli ha permesso di giocare abilmente di fantasia, mostrando grande capacità di manipolazione di fonti e tematiche. Sia chiaro, non è apologia del fascismo, anche se coloro che lo abbracciano probabilmente ne faranno una sorta di nuova bibbia. Purtroppo il montare dell’anti scientificità, unita all’ignoranza, non permette di distinguere la fantasia dalla realtà.

Se il suo romanzo avesse portato la firma di Dan Brown sarebbe potuto diventare un best seller mondiale. Farneti ha scritto altri due romanzi, seguiti del primo. Attacco all’Occidente e Nuovo Impero d’Occidente. In seguito nello stesso universo alternativo si sono aggiunti una collana a fumetti Gli Albi di Occidente e la trilogia in ebook dal titolo Romano Tebaldi Legionario, comprendenti Primo Nero  e L’Oro di Vaida e 28 Ottobre. Da leggere con un pizzico di vera consapevolezza della storia.

Giuseppe Ferri

OCCIDENTE
Mario Farneti
Pag. 304
Collana Narrativa Nord

Giuseppe Ferri

classe 1959 da sempre appassionato lettore di SF, unico genere letterario in grado di unire materia umanistica a 297 quella scientifica senza annoiare. Ama leggere più che scrivere e questo è il motivo della sua scarsa produzione. Attualmente, dopo 42 anni e 10 mesi di contributi finalmente in pensione, ma continua ad avere lo sguardo sul futuro.

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