
Vero e proprio gioiellino di fantascienza targata anni ‘50, “Cittadino Dello Spazio” rappresenta il primo grande esempio di space-opera in grado di sposare perfettamente gli schemi classici cinematografici della SF U.S.A. (presenti in film come “La guerra Dei Mondi”) con quelli (allora) moderni ed innovativi utilizzati successivamente nel colosso della MGM “Forbidden Planet”. Basato su un romando di Raymond F. James, “This Island Earth” (questo il titolo della versione originale) fu concepita inizialmente come una normalissima spy-story la cui sceneggiatura non prevedeva minimamente la presenza di U.F.O. o di mostruosi alieni mutanti. La prima parte della pellicola, infatti, è da considerarsi come una vicenda interessante ed a tratti misteriosa che poco ha da spartire con il genere Fantasy. Ricordiamo la scena (a mio parere unica) in cui lo scienziata Cal Meacham, assistito dal suo aiutante, assembla un numero incredibile di componenti elettronici ultramoderni realizzando il cosiddetto Interocitor. Qua, l’allora quarantaseienne regista Josepch. M. Newman (che ha realizzato tra l’altro “Giungla Umana”, “Bacio di fuoco”, “il covo dei gangster”), sfruttando una serie di riprese montate in dissolvenza incrociata, ci mostra gli stadi progressivi della costruzione dello strano marchingegno (sequenze che registi come il cinefilo incallito San Raimi hanno memorizzato nei loro archivi neuronali)
Ma passiamo alla trama.
Un gruppo di extraterrestri giunge sulla terra alla ricerca di scienziati in grado di aiutarli nella guerra contro gli Zangoniani, loro vicini planetari dalla superiorità bellica a dir poco schiacciante. Dopo un’accurata selezione l’alieno Exeter decide di portare su Metaluna la dottoressa Ruth Adams ed il già citato dottor Cal Meacham. Qui lo scenario è agghiacciante. Il pianeta, ormai ridotto ad una palla di fuoco radioattiva è sull’orlo del collasso. La civiltà e la tecnologia avanzatissima di Metaluna saranno, in breve tempo, ridotte ad un mucchio di macerie fluttuanti nello spazio. Exeter decide così di riportare i due umani sulla terra ponendo fine a quell’assurda missione.
Incalzante ed alle volte perfino poetico (dovuto forse alle scenografie irreali del cosmo) “Cittadino Dello Spazio” si avvalse anche della regia non riconosciuta del geniale Jack Arnold (“Radiazione BX: Distruzione Uomo”, “Tarantola”, “Il mostro della Laguna Nera”, Il ruggito del topo” e “Girls in the night”) che girò tutta la seconda parte del film (non a caso nettamente superiore alla prima) e molte le scene degne di nota che decretano la totale riuscita dell’opera. A tal proposito ricordiamo: la città bombardata dai guerrieri Zangon (le cui scenografie furono ricavate dai pastel rendering di Frans Van Lamsweerde che ispirarono, per certi versi, gli interni della città sotteranea di Altair 4 in “Forbidden Planet”), il Pianeta Metaluna avvolto da una nebbia tanto improbabile quanto affascinante, la spettacolare battaglie nei cieli, il mutante mostruoso (costato ben 24.000 dollari alla produzione) realizzato dallo special-make-up-man Bud Westmore (che per Arnold diede vita ad una delle sue migliori creazioni e cioè La Creatura – e qui chiedo venia per l’involontario gioco di parole – protagonista della trilogia del mostro della Laguna Nera) ed infine la drammatica distruzione del disco volante culminata in un’esplosione pirotecnica ipercolorata.
Un’ultima annotazione.
Per la concezione del “mutante tutto vene e cervello” furono utilizzati alcuni schizzi provenienti da… “Destinazione… Terra (“It come fro outer space”, 1953, primo film di fantascienza Universal e altro capolavoro dell’infaticabile Jack Arnold).Discretamente interpretato da un pool di buni attori (tra cui spicca il ruolo di Exeter/Rex Reason) e sottolineato dalle belle musiche di Herman Stein questo “Cittadino dello Spazio” risulta, a distanza di sensant’anni, molto piacevole rimanendo, peraltro, un punto di riferimento del cinama fantasy.
Insomma se vi capita di assistere ad un passaggio televisivo (raro, oggi quasi impossibile), non cambiate canale.
Mauro