Epici, ecologici guerrieri

  • Autore dell'articolo:
  • Tempo di lettura:4 minuti di lettura

Le radici mitologiche del pensiero ambientalista

Salutato al suo apparire come il maggiore contributo al pensiero ecologico della nostra generazione, questo saggio scritto ormai nel lontano 1982 e pubblicato in Italia per la prima volta nel 1984 e poi ristampato più volte (segno che la coscienza ecologica stimolata dall’evidente cambiamento climatico è continuamente in crescita nonostante l’onda negazionista) è certamente un libro sempre meritevole di essere letto.
 
Un libro intenso, denso di riflessioni che anno dopo anno si avvertono quanto mai necessarie per aiutarci a sopravvivere in questo mondo aggredito da agenti venefici e microplastiche che contaminano la catena alimentare dei mari.
 
Il saggio si apre con una bellissima citazione di una leggenda Nordica. Racconta di Odino, padre di tutti gli dei nordici che per ottenere la saggezza beve alla magica fontana che nutre l’albero del mondo, (lo Yggdrasill) in cambio però il Dio perderà un occhio. La simbologia non casuale di questo episodio serve all’autore come inizio semplice e chiaro per un discorso sul grande sacrificio che l’umanità ha fatto per poter progredire.
 
Partendo dai primi gruppi umani del neolitico, l’autore ripercorre i passi di una scelta drastica fatta dall’umanità in quei tempi remoti. Tempi in cui gli uomini hanno interrotto il “Legame primordiale con la natura” Un taglio netto che ha portato sì l’umanità ad assumere il controllo del pianeta, ma che altresì l’ha condannato a una visione frammentaria e unilaterale. La stessa visione di quel Dio monocolo “Il prezzo della cui acutezza privilegiata è stata la sostituzione dell’eguaglianza e dell’armonia con il dominio e l’antagonismo”.
 
Un libro questo dove Murray Bookchin vi ha messo il sapere e la conoscenza acquisita durante una vita di studi. Ricco di riflessioni e acute analisi che ci parlano della continua lotta dell’uomo per la propria libertà, della sua evoluzione marchiata dal dominio sui propri simili, in un cammino fatto di
costruzioni sociali che hanno sempre implicato un alto potenziale distruttivo, nonostante i successi creativi in campo tecnologico.
 
Capitolo dopo capitolo l’autore prende in esame i vari stadi dello sviluppo sociale, con la fine dei “Legami di sangue” delle società organiche e l’istituzione delle società gerarchizzate, la fine del matriarcato e la nascita di quel patriarcato che ha marchiato a fondo, col segno maschile sì, del dominio dell’uomo sull’uomo, (ma ancor più sulla donna) la civiltà fino ai nostri giorni.
 
Nulla sfugge all’esame dell’autore, l’emergere delle gerarchie, l’epistemologia e il retaggio del dominio, la giustizia e la libertà, i movimenti rivoluzionari soffocati nel sangue o sfociati in forme sociali totalitarie, la tecnologia, il consumismo e il metodo produttivo, fino alle basi di una “Utopica” ma non
irrealizzabile, società ecologica.
 
Se come Odino abbiamo rinunciato a un occhio in cambio di una “Saggezza” unilaterale che ci ha portato sull’orlo del disastro ecologico, il nostro grande futuro progetto come umanità sarà di riaprire quell’occhio accecato e tornare a vedere il mondo nella sua interezza e poter “Ricomporre e trascendere la scissura tra uomo e natura prodotto dalla precedente saggezza”.
 
Murray Bookchin nato a New York il 14 gennaio 1921 è morto il 30 luglio
2006 nella sua casa di Burlington – Vermont, a 85 anni – i suoi studi sulla
dinamica tra Libertà ed Ecologia sono oggi più che mai attuali.
 
Giuseppe Ferri 
 
L’ecologia della libertà
 di Murray Bookchin
(Eleuthera – La Feltrinelli )
(Euro – 18,00 o 20,40 – pag. 480 a seconda della edizione)

Gianlorenzo Barollo

È un alter ego professionale attratto dall’amatorialità e gran cultore del perseverare nell’errore che ci fa umani. Per pochi ma belli è noto come autore del bestial seller “I pensierini di Mosè” e di “Triscaidecafobia”.

Lascia un commento