Stati d'animo in lockdown, la colonna sonora di luisenzaltro

“Sono abituato a combattere le asprezze componendo.” Direi che non c’è miglior esordio per definire il motore creativo di Esistilenzialismo, l’ultimo album di Alessio Luise, alias Luisenzaltro. Per Retroedicola Videoludica Club non è certo un nome nuovo: è stato gradito ospite per una presentazione acustica e declamata del libro “Situazioni grammatiche”. Nella stessa occasione ci regalò qualche gioiellino in versione acustica a testimonianza della sua versatilità espressiva.
Ebbene è passata un po’ di musica lungo la rete, Luisenzaltro ha infatti realizzato tre album: Degradorabile nel 2018, Aspronautica nel 2020 e ora Esistilenzialismo. Come potete capire dai titoli, l’autore ama riplasmare le parole, combinarne i significati per ricavarne di nuovi.
Luisenzaltro è stato definito poeta, polistrumentista, filosofo. In realtà lui si “classifica” come cantautonomo, con pizzico di ironia rivolta alle trite consuetudini del circuito musicale.
Ma veniamo alle “asprezze” sonore. Che nel caso del nuovo album sono tutt’altro che aguzze, anche se le atmosfere del lungo lockdown lombardo sono state determinanti.
“Nel maggio 2020 – spiega Luise – avevo autoprodotto e pubblicato il mio secondo disco ufficiale Aspronautica. L’esperienza del primo lockdown mi aveva necessariamente portato a incidere in home recording. Per fortuna oggi si possono fare grandi cose con una digital audio workstation e se si hanno le idee chiare sugli arrangiamenti e sonorità: si lavora con libertà e ottimi risultati a costo zero”.
Con il disco “in tasca”, l’idea era di partire con live e promozione, ma il progetto è tramontato quando siamo “ripiombati nello stato di eccezione”, come lo definisce Luise. La “clausura” però è stata feconda: “In novembre ho capitalizzato l’esperienza tecnica di produzione di Aspronautica, dove avevo suonato quasi tutto io, proponendo ai miei strumentisti (Giorgio Nicli al basso e Matteo Paparazzo alla batteria) un lavoro di scambio di file audio a distanza. Paradossalmente la misura di distanziamento ci ha portato a lavorare per la prima volta come una band in studio senza vederci o frequentarci. Personalmente trovo che l’arte in genere migliori e approfondisca le sensazioni della vita, sinceramente avevo bisogno di esorcizzare i deprimenti scenari del nuovo lockdown/blackdawn che parallelamente si aggiungevano ad altre personali irrisolte inclemenze sentimentali del periodo. Sono abituato a combattere le asprezze componendo. Ogni disco nasce dallo stupore dell’urgenza e da una smania di superamento”.
Il lavoro distanziato e domestico non ha comunque impedito un’andatura piuttosto spedita al progetto, tanto che a gennaio le otto tracce erano pronte per la fase di remix. Va detto che il disco conta anche dei contributi straordinari in tre brani: la chitarra elettrica di Paolo De Feudis (chitarrista di Tagua e Officine Bukowski) in Tutto è reale ma inventato. E poi la voce di Emanuela Valsecchi (voce nei Tagua) e Delia Morrigan (artista che risiede in Finlandia e voce nel gruppo death metal Strega)”.
Ok, direte a questo punto, ma come suona quest’opera da zona rossa?
“Stilisticamente, quindi esistilisticamente, il disco ha un sound meno elettronico e più gothic rock, i groove hanno un respiro live e il tocco di batteria vero, nella miscela orchestrale che ho allestito, si sposa con i suoni classici su cui ho insistito e che essendo ricorrenti creano il collante e il filtro comune di tutti gli 8 episodi di Esistilenzialismo. Il disco è ispirato dal mio amore per un certo cantautorato italiano e per la corrente new wave dark anni ‘80 italiana ed estera. Nelle mie ambizioni c’è sempre quella di fare canzoni di forma e struttura pop, ma amando la trasversalità e una certa (come la chiamo io) ribellibertà decostruisco spesso la classica successione di strofa bridge ritornello”.
Se nelle ispirazioni mi pare di cogliere Garbo e qualche intreccio elettronico degli Everything but the girl, l’architettura sonora è di tutt’altra pasta. Non c’è un brano scontato: ad esempio Disorgarmonia parte con un accenno trap per poi sbocciare naturalmente in arpeggi di chitarra. Tickets restaurants è estremamente orecchiabile, una bella linea di basso che però non banalizza il brano in jingle. In generale non è un album ermetico, anche se si avverte subito che la melodia non è una linea, ma un intreccio complesso.
“Come sai, – continua Luise – gli artisti outsiders per essere credibili devono fare cose incredibili, se poi sei filosofo come me, come diceva Bunuel: è normale trovare problemi alle soluzioni. Sarà anche per questo che preferisco per lo più perdermi che trovarmi lungo le strade ignote della forma canzone.”
I dischi di un cantautonomo come Luisenzaltro sono anche un diario di bordo nel viaggio della conoscenza della vita.
“Nel 2018 si sono verificate importanti mutazioni nella mia cronologia biografica. Senza entrare nei dettagli, quando ho pubblicato il primo album ‘Degradorabile’ rappresentavo uno stato di cose scosso da una situazione critica condizionale che generava sentimentalismi. Degradorabile è infatti un neologismo per tradurre il concetto orientale di mono no aware, ovvero di struggimento per la deperibilità della bellezza e delle relazioni. Nel successivo Aspronautica immaginavo invece uno sforzo di armonizzazione con l’attraversamento delle asperità inevitabilmente consequenziali ad una condizione di sgomento, come quella di ‘Degradorabile’. In questo nuovo capitolo della saga Luisenzaltro con ‘Esistilenzialismo’ arrivo invece ad un superamento concettuale di ogni disagio e asperità e accetto la deformazione che tutti scontiamo esistendo tra espedienti, traumi, imprevisti, amarezze ostacoli ma anche allegrie e gioie temporanee varie. Esistilenzialismo rafforza una logica antiaristotelica sottostante a tutti i miei progetti, il tentativo di cogliere la totalità della realtà senza isolare le parti in un’opposizione statica. Nel processo dialettico dei tre dischi quest’ultima opera celebra una sintesi e lo riconosce nello stato di contraddizione inscindibile dell’essere. Tutto si afferma negandosi, ogni cosa si definisce dal rapporto con le altre. La parte indivisibile di ogni individuo è quello stile ricavato dalla propria sorte, dal modo di fare che contraddistingue il percorso di esistenza ed estinzione che diventa la Vita di ognuno. Prima di ‘diventare ciò che siamo’ cit. Nietzsche, oggi più che mai siamo ciò che siamo diventati”.
Esistilenzialismo è una collana di otto “origami musicali” amalgamati in “momenti più introspettivi e terapeutici”. Sì, si parla di terapia e Luisenzaltro cita Alejandro Jodorowsky (artista cileno, regista e autore di fumetti, fondatore della psicomagia: terapia di guarigione dai traumi dell’inconscio attraverso il linguaggio simbolico) per illustrare il processo esistilenziale.
“Lo stile – spiega Luisenzaltro a proposito della – che è anche la nostra personalità, è una dimensione irrinunciabile, inseparabile e subconscia. In qualche modo analizzabile”.
Nella seconda parte del lavoro invece emerge “una accettazione serena della vita con le sue derive e dove costruire il proprio presente (l’amor fati citato in Have a Nietzsche day!) a fronte anche di un’urgenza di espiazione ho necessariamente proposto una serie di atti liberatori di ispirazione psicomagica e mossi dalla lettura di Jodorowski”.
Questo chiarisce la presenza di registrazioni della voce della madre nella title track Esistilelenzialismo. Una proposta che aggiunge la dimensione inedita di un rito liberatorio per un album che nel suo complesso Luisenzaltro definisce “bello carico di esistenza e ricerca di stile per combattere l’ostile. Un concept album dadaista e decostruzionista e mi piace come dici tu, fonda uno ‘stato d’animo’ inedito, un nuovo modo di fare per modo di dire, che porta a mitigare i momenti mediocri dell’esistenza umana”.
Ci auguriamo che tante parole vi abbiano messo la voglia d’ascoltare, quindi: accendete i motori di ricerca e buon viaggio esistilenzialista!
Grazie per la curiosita’ con cui rinnovate la vostra attenzione per la mia ricerca artistica ed esistilenziale, vi abbraccio ragazzi. LUISENZALTRO