Leiber e la rivolta degli scrittori disoccupati

In un futuro ormai non troppo lontano gli scrittori si limiteranno a firmare le loro opere composte elettronicamente da sistemi di scrittura noti come Mulini a parole. Gli scrittori futuri si limiteranno a recitare in pubblico i ruoli da loro imposti da biografie preconfezionate e stampigliate in quarta di copertina.
Interpretando ruoli di fantasia spesso lontani dalla realtà. Solo i loro colleghi robot possono scrivere per davvero ma ovviamente, solo per un pubblico di robot. Una condizione di prestanome che gli scrittori umani un bel giorno rifiutano e inferociti daranno l’assalto ai Mulini a Parole distruggendoli completamente, invocando il dritto a una propria creatività. Purtroppo una volta distrutti i Mulini a Parole gli scrittori umani si ritroveranno davanti a una dura verità, ovvero una totale mancanza di vera creatività.
La sconcertante rivolta degli scrittori umani però non sembra aver scosso una casa editrice fra le maggiori. La editrice Razzi infatti rimane imperturbabile davanti a tanta furia rivoluzionaria. Il motivo sta nel loro segreto gelosamente custodito. In una nursery infatti custodiscono il Divorzio Psicosomatico di Daniel Zukertot e le Trenta Argentee teste D’uovo da lui create che custodiscono le menti più creative del secolo precedente. Le sole menti in grado di riportare creatività nel mondo.
Sarcastico, ironico, e caustico come pochi, Fritz Leiber in questo romanzo pieno di trovate, mette in ridicolo la pomposità intellettuale degli scrittori del suo tempo. Sicuramente deve essersi divertito moltissimo nello scriverlo, e chi lo leggerà non potrà che divertirsi a sua volta. Un romanzo irriverente verso tutti, effervescente e scoppiettante, ma sempre con un garbo, che esalta la sottile intelligenza di questo scrittore, sfoggiando una satira che non cade
mai nello sproloquio. Una derisione continua che ben pochi sanno ancora
scrivere.
Scritto nel 1963 rimane ancora oggi più che leggibile.
Titolo Originale
The Silver Eggheads – 1963
Traduttore
Roberta Rambelli
Pag.187
Classici Urania
Mondadori