L'universo non basta a Banks

Con “L’Altro Universo” Ian M. Banks continua la saga della Cultura, vasto complesso di comunità tecnologiche unite in un sistema democratico e multiculturale, almeno in apparenza. Questo nuovo episodio si apre con l’apparizione di un evento singolare nello spazio, una sfera di energia che i sistemi di rilevamento più avanzati della scienza della Cultura non sanno codificare e comprendere. Un fattore incomprensibile e all’apparenza minaccioso, in quanto una nave guidata da una Mente della Cultura, una delle I. A. consapevoli più avanzate, ne viene annichilita.
Si mette in moto così una serie di eventi che vede co-protagonisti una donna incinta, delusa dal proprio amore (un uomo che diventa donna per amore suo e poi si porta a letto la migliore amica di Lei – davvero originale!) al punto da bloccare lo viluppo del feto per quarant’anni. – Nuovo piacere masochista delle donne del futuro nello starsene, per ripicca, col pancione per quaranta anni? Neppure a John Varley, nei suoi racconti sessualmente disinibiti, sarebbe venuto in mente.
Seguiamo poi le nefandezze di una razza guerriera e fortemente aggressiva, nota come Oltraggiosi. Lo scambio di messaggi tra un gruppo di Menti della Cultura impegnate a organizzare segretamente un complotto per provocare una guerra tra la Cultura e l’Oltraggio. Nonostante le premesse il romanzo è deludente nel suo svolgimento. Le poche figure umane sono delle eteree marionette capricciose e viziate che si muovono su uno sfondo tecnologico, noiosamente giostrato dalle I.A. della Cultura, che si comportano come una gang di monelli di quartiere. Gli stessi Oltraggiosi, caratterialmente, sembrano pescati dai fumetti di “Lobo”, lo Czarniano della DC.
La trama è solo apparentemente complessa, dovuta al fatto che l’autore si dilunga in episodi poco convincenti e dispersivi, e a volte, nel voler essere sarcastico o ironico, sfiora il ridicolo. Un messaggio, se c’è, è quello di sostenere che una democrazia, davanti a sistemi ideologici, sociali, e quand’anche religiosi, culturalmente aggressivi e guerrafondai, come in questo caso l’Oltraggio, è legittimata a usare la forza per contrastarla; pena l’essere spazzata via come fu per la repubblica di Weimar. La parte riguardante la manifestazione che pare provenire da un Universo parallelo, è una vaga pennellata di colore mal sfruttato e si risolve nel tipico: Non era qui per conquistare o distruggere ma solo per comunicare, una prova di maturità conclusosi in un fallimento, non eravamo pronti per loro. E purtroppo anche questo episodio della serie della Cultura appare mal riuscito.
Paragonato al romanzo “L’Impero di Azad” appartenente allo stesso ciclo, questo romanzo pare sotto tono e stanco. E stanca appare la fantasia di Banks, forse giunta al suo limite. Le 488 pagine sono più frutto di mestiere che di voglia di raccontare qualcosa di particolare e interessante. Insomma, molta apparenza e scarsa sostanza, più fumo che arrosto.. eccetera eccetera. Buono solo per i drogati di storie seriali.
Giuseppe Ferri
L’altro universo
di Ian M. Banks
Narrativa
Editrice Nord
Traduttore: Anna Feruglio Dal Dan
Pag. 488