La ribollita dei mostri omicidi

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Steve Niles e Ben Templesmith: Crimini Macabri

La ricetta sembra semplicissima e tutta con ingredienti noti da lungo tempo. Il duro con la pistola e la battuta pronta, i mostri della tradizione (vampiri, licantropi e zombi), la metropoli dormiente e corrotta. E poi la polizia incredula, i maniaci geniali, gli alleati inaspettati. Tutto mescolato nella pentola dell’hard boiled, il calderone a cottura lenta che anticipa le fiamme vive dell’inferno.

Ma prima di poter dire “ah, questo piatto l’ho già assaggiato” vi conviene prendere una forchettata dei Crimini macabri. Scritto da Steve Niles (noto come autore 30 Days Night) e disegnato dal geniale Ben Templesmith, è un fumetto che poteva diventare un film (proprio sull’onda del successo di 30…), ma a mio avviso non se ne sente la mancanza. Anche perché le tavole di Templesmith rendono l’esperienza visiva unica: è come guardare un quadro di Francis Bacon, ma ambientato in un mattatoio e tracciato con un chiodo arrugginito da un ex ospite di manicomio. Colori sporchi, fondali deformati, volti distorti dalle emozioni, nulla a che vedere con il racconto per immagini precise e pulite. Templesmith è su una lunghezza d’onda pittorica espressionista, imbevuta degli incubi horror suscitati dalle “belle” letture.

La storia è godibile, soprattutto per via del protagonista, Cal McDonald, cacciatore di mostri dei giorni nostri, circondato dall’incredulità e dallo scherno del prossimo. Un uomo che pedala sul bordo della follia, nel tentativo di tenere a bada l’orrore annidato nel buio e convincere gli altri che la paura dell’irrazionale ha radici concrete: le antiche leggende continuano a camminare nelle strade.

È un fumetto del 2003, trovarlo non vi sarà facile, ma lo sforzo verrà impensato da una lettura che non vi farà dormire sonni tranquilli.

Mauro Corbetta

È un ologramma creato dalla Cultura Pop e dal (pessimo) umorismo milanese, ma se ce abbastanza corrente diventa vero in tutti i sensi. Tornerà?

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