Le mille luci del Noir

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Nightfall di Jacques Tourneur

Una delle piacevolezze di questi giorni complicati e senz’altro la possibilità di rovistare tra le vecchie cose. Quelle accantonate per periodi imprecisati. Ma chi non dispone di cantine, soffitte e vecchi bauli, può frugare comodamente nel web. Così ecco che da youtube si accede alla miniera dei film noir in lingua originale. Per chi ha un po’ di dimestichezza con l’inglese le belle sorprese non mancano.

La mia si chiama “Nightfall” (in italiano L’alibi sotto la neve… bah!) un film del 1956, opera del regista Jacques Torneur. Nome di rilievo nella storia del cinema, capace di passare con competenza da un genere all’altro avendo un saldo senso del racconto. A lui viene attribuito uno dei primi zombie movie (”I walked with a zombie”), si è speso nel western (Wichita), nei film d’azione/drammi in costume (La leggenda dell’arciere di fuoco) e ha creato un gioiello del terrore come “Il bacio della pantera”. La particolarità di “Nighfall” è il racconto alternato a flashback: vediamo all’inizio un vitaminico americano medio degli anni ‘50 (Aldo Ray – Tarantino si è ispirato a lui per il personaggio di Butch in Pulp Fiction) che incontra al bar una splendida pin up (Anna Bancroft, classe da vendere). Il dopo cena è interrotto bruscamente da due duri (uno dei quali è il mitico Brian Keith – vi dico solo Tre nipoti e un maggiordomo e Hardcaslte & Mc Cormick) che sequestrano il ragazzone: vogliono 350mila dollari che si era fregato. Il racconto prosegue con un attento dosaggio di flashback e suspence che non fa mai calare l’attenzione.

Certo, tecnicamente ben fatto e recitato, ma andiamo a sbirciare anche la sceneggiatura… Stirling Dale Sillphant. Chi era costui? Ebbene si dà il caso che fosse uno migliori autori di trame per polizieschi e noir. Dalla sua penna sono usciti In the heat of the night (La calda notte dell’ispettore Tibbs), Killer elite, Il Villaggio dei dannati e un capitolo dell’ispettore Callaghan. Fu anche amico di Bruce Lee e insieme a Bruce Coburn idearono progetti per divulgare arti marziali e filosofia orientale (il film di culto The silent flute/Circle of iron, nasce da qui). Un talento da riscoprire per il suo contributo alla narrazione cinematografica. Altro che chi ha ucciso la duchessa con l’abicocco al curaro… 😉

Mauro Corbetta

È un ologramma creato dalla Cultura Pop e dal (pessimo) umorismo milanese, ma se ce abbastanza corrente diventa vero in tutti i sensi. Tornerà?

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