L’indagine stellare di White tra ricordi e sogno

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The dream millennium: paranoie e galateo degli immigrati del cosmo

Il Sogno del Millennio di James White (1928-1999) è un romanzo che tratta il più classico dei temi, ovvero il viaggio verso una stella lontana con l’equipaggio in stato di ibernazione o sonno profondo. Lanciata verso una rotta che toccherà una decina di stelle in cerca di un mondo abitabile per gli esseri umani in fuga da una Terra sull’orlo del collasso, sociale e ambientale.

Di tanto in tanto, a turno un membro dell’equipaggio viene risvegliato per un controllo dello stato dell’astronave o per decidere se il pianeta appena raggiunto è adatto a una colonizzazione. Una decisione così vitale che non può essere delegata a una macchina per quanto sofisticata sia.

Seguiamo così la storia dei saltuari risvegli di John Devlin, un medico nella vita prima della partenza, e attraverso i suoi ricordi, l’autore ci illustra lo stato di violenza sociale nelle grandi città della Terra che lo spingerà ad arruolarsi volontario per il grande viaggio attraverso il cosmo, in cerca di un pianeta
dove ricominciare una nuova vita. Una alternanza di ricordi di una vita vera intervallata dai ricordi dei sogni fatti in stato di animazione sospesa. Una serie di ricordi che ad ogni risveglio si fanno così vividi, pressanti ed estenuanti da creare squilibri mentali nei risvegliati.

Non a caso infatti Devlin durante un risveglio troverà alcuni membri morti per suicidio o accasciati accanto ai loculi del sonno freddo. Un problema che tormenterà Devlin per gran parte del romanzo finché troverà una soluzione attraverso i suoi ricordi nei colloqui con i reclutatori. Un piccolo enigma che si dipanerà lentamente tra le pagine del romanzo, e con esso una sorta di ripasso esistenziale della sua vita di medico, dedito a curare pazienti feriti da esplosioni di violenza urbana.

Non manca nei vari risvegli l’incontro con una civiltà aliena. Un incontro gravido di pericoli, gli alieni non amano le improvvise intrusioni di visitatori stellari, e cercano di distruggere l’astronave terrestre. Devlin, tra varie difficoltà, riesce a sfuggire all’attacco e a dirigersi verso una nuova meta.

Nel complesso il viaggio dell’astronave dura un millennio e solo in vista dell’ultima stella i viaggiatori terrestri troveranno un mondo abitabile; l’unico inconveniente è che quel nuovo mondo è già in parte colonizzato da altri esseri, gli stessi che alcuni secoli prima li avevano attaccati quando erano incappati nel loro sistema d’origine. Un problema non da poco, dopo mille anni di viaggio i sistemi vitali dell’astronave sono prossimi al collasso, proseguire verso una nuova rotta stellare non è pensabile.

Atterrare segretamente in una parte del pianeta non ancora colonizzato dagli alieni lascia presagire un possibile conflitto futuro, trovare un modo per convivere pare alquanto difficile. Alla fine Devlin prova a lanciare un messaggio, una semplice richiesta e con sua sorpresa la risposta sarà un invito ad atterrare nella loro città per una reciproca conoscenza.

C’è una piccola morale in questo romanzo, il viandante – o migrante – che bussa educatamente a una porta può sperare in una buona accoglienza, diversamente, chi cerca di entrare dalla finestra difficilmente sarà bene accolto. In fondo è una questione di rispetto verso chi accoglie.
Il Sogno del Millennio è del 1973 e a leggerlo oggi in alcune sue parti conserva ancora qualcosa di profetico.
Da leggere.

Giuseppe Ferri

Titolo Originale
The Dream Millennium (1973)
Traduzione
Sandro Sandrelli e Giampaolo Cossato
Pag. 179
Collana Cosmo Argento – N°49 – (1976)
Editrice Nord

Giuseppe Ferri

classe 1959 da sempre appassionato lettore di SF, unico genere letterario in grado di unire materia umanistica a 297 quella scientifica senza annoiare. Ama leggere più che scrivere e questo è il motivo della sua scarsa produzione. Attualmente, dopo 42 anni e 10 mesi di contributi finalmente in pensione, ma continua ad avere lo sguardo sul futuro.

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