Eduardo Mendoza: Il tempio delle signore
Avete presente quei libri che saltano fuori dagli scaffali e proprio non ricordate da dove siano arrivati. Proprio quelli. Quelli che dici, ma chi l’avrà mai comprato? Sarà frutto di un prestito dimenticato? Un regalo accantonato?
Tutte ste domande hanno fatto il loro trenino nella mia testa mentre mi decidevo a estrarre dalla pigna degli anonimi volumi quello intitolato “Il tempio delle signore”. E con un titolo del genere ero categoricamente sicuro di non averlo comprato. Sconosciuto anche l’autore: Eduardo Mendoza Garriga, spagnolo, anzi barcellonese. Cosa che fa la differenza.
Infatti lo spirito di questa città cosmopolita, che sa cambiare pelle mantenendo comunque il suo carattere fiero e creativo, si ritrovano nello stile brillante di Mendoza. La sua penna ha regalato romanzi fin dagli anni ‘70 raccogliendo consensi soprattutto nella Spagna post franchista. Questo libro del 2001, che è il racconto ironico e strampalato di un ex ospite di manicomio che si ritrova invischiato in un caso losco di omicidio e ricatti, degno un classico noir. Mendoza ambienta la storia nel fermento economico di una Barcellona anni ‘90, visto però dal buco della serratura, ossia dalle realtà più popolari della città (anche loro alle prese con le trasformazioni). Nonostante il punto di vista “basso”, Mendoza applica ai suoi personaggi padronanza di linguaggio e buone maniere che stridono con la realtà di ristrettezze e sotterfugi per tirare a campare.
Il valore del racconto sta tutto in questo pregevole gioco dello straniamento: tutto sembra ma non è, ricorda ma in realtà inganna e pure gli ingannatori sono estremamente confusi e imprecisi. Soltanto una lucida follia può venire a capo del mistero. Quella dell’anonimo protagonista, autoproclamatosi provetto acconciatore per signore, ma in realtà innato investigatore.
“Il tempio delle signore” è quindi racconto davvero piacevole che nella sua ironia, a tratti pungente, vi farà sorridere. E soprattutto stuzzicherà la voglia di leggere altre prove di Mendoza.
Ps
Il libro nell’edizione Feltrinelli l’aveva comprato mia madre. Mistero risolto 😉