Nemo Horror Club – L’Orrore Nei Videogiochi

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Cover Horror

La vita, l’universo e tutto quanto. E quindi anche i videogiochi. Come ogni forma d’arte che si rispetti (e i detrattori del mondo videoludico possono aprire bocca quanto vogliono, ma il videogioco assurge, ormai da molto, moltissimo tempo, a qualcosa di più di mero intrattenimento per giovani e meno giovani menti), anche il videogame può essere scompattato in più generi di riferimento, e come il cinema, la musica e la letteratura ci hanno insegnato da sempre, esistono due grandi sottosezioni: i capolavori, e le schifezze. Nel mezzo, un’area grigioscura dove si agitano giochi indie desiderosi di emergere e piccole grandi delusioni di programmatori caduti in disgrazia, capaci solamente di confezionare opere mediocri. Molti generi, quindi, e un aspetto che li accomuna tutti: il divertimento. E da grandi divertimenti, derivano grandissime responsabilità. E se parliamo di Horror, le responsabilità raddoppiano. 

Non più solo gameplay, ma anche e soprattutto ambientazione. Atmosfera. Thrilling. Il brivido. Quello che è in grado di farti sudare freddo, davanti al televisore e con un joypad in mano, oppure una tastiera sulle ginocchia. La sensazione estasiante di non voler proseguire oltre, di salvare al più presto la partita e smettere di giocare, perché un gioco “non può e non deve fare così paura”, sensazione che immediatamente dopo reclama soddisfazione, e ti fa riprendere in mano quel joypad, o sistemare sulle ginocchia la tastiera, per continuare ad esplorare una casa infestata da spiriti indiani vendicativi. Allora perché lo abbiamo comprato? Davvero l’uomo ha bisogno di avere paura per sentirsi vivo? È necessario partire dall’inizio, o quasi, perché come in tutte le storie che si rispettino, o perlomeno quelle valide e degne di essere raccontate, è lì che si trova il punto focale. L’anima di un discorso più ampio, che abbraccia decenni e idee, folklore e paesi, culture e persone. Horror. Un genere fondamentale nel cinema mainstream, e non solo (fortunatamente), che da sempre ha attirato gli artigiani della settima arte come luci irresistibili per le falene. E quando questo Vascello ha toccato l’oceano videoludico con il proprio scafo costituito da ossa, sangue a fiumi e morsi sul collo, lo ha fatto non certamente in punta di piedi. E da allora è stato un crescendo, fino ad arrivare ai giorni nostri. Horror. Orrore. Che cosa ci provoca orrore? I nostri sensi sono sentinelle oneste e degne di cieca fiducia al riguardo, non ci mentono mai. Se vediamo un ragno peloso con le sue zampette in movimento sulla mensola della nostra cucina, la nostra prima reazione è di ribrezzo, facciamo un passo indietro con aria schifata, solitamente. La vista è un senso potente, ma da sola non basta a provocarci paura, nella maggior parte dei casi. Noi siamo antenne, profondamente ricettive, e questo i programmatori di giochi come Alone In The Dark, Silent Hill e Resident Evil lo sapevano bene, quando hanno tenuto a battesimo i loro capolavori. Chiudete gli occhi, immaginate una voce indefinita che vi sussurra all’orecchio, minacciandovi di farvi del male. Avete paura? Almeno un po’? Normale. Ora immaginate che, oltre a quella voce, possiate anche sentire nitidamente la fragranza di un profumo da donna, inizialmente piacevole, ma che, insieme alle minacce della voce, diventa via via più sgradevole, come carne in putrefazione. E immediatamente dopo, mani che vi ghermiscono. Paura? Un po’di più di prima? Ci stiamo avvicinando all’Orrore.

Il Survival Horror, genere di spicco che ha avuto la sua consacrazione dalle consolle di nuova generazione in poi, si basa su una costruzione della paura graduale da instillare nel giocatore graduale. L’Orrore videoludico getta le sue fondamenta sul principio che quello che puoi vedere è spaventoso, ma ciò che ti è nascosto alla vista non è meno pericoloso. E su questo mantra, imprescindibile, si è aperta una voragine di idee e situazioni, che nel corso degli anni hanno reso popolare il genere horror nei videogiochi. E da essa, hanno attinto in molti, non sempre con risultati all’altezza delle aspettative. Ma si sa, non è possibile dare origine a meraviglie se non si è disposti a sporcarsi le mani con ibridi fallimentari.

Il viaggio che vi voglio proporre non ha la presunzione di farvi conoscere tutti i videogiochi horror usciti da quando il primo bit ha espresso il primo vagito, ma può essere un percorso interessante e divertente, se avrete il coraggio di salire a bordo e seguirmi. Un mare tempestoso di brividi e terrori atavici ci attende, il Vascello è pronto, tutti a bordo. Si parte.

E non esiste un modo migliore, per iniziare, di quando vi ritroverete…. Soli Nell’Oscurità.

Mauro Corbetta

È un ologramma creato dalla Cultura Pop e dal (pessimo) umorismo milanese, ma se ce abbastanza corrente diventa vero in tutti i sensi. Tornerà?

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