Un grande dramma "temporale" portato in scena da Leiber

Il Grande Tempo di Fritz Leiber non è un romanzo tipico sui viaggi nel Tempo, pieni di azione e scenari storici destinati a subire improvvisi cambiamenti a causa del consueto viaggiatore nel tempo che combina pasticci, e ne peggiora le conseguenze nel tentativo di ristabilire il corso storico dal quale proviene. In realtà non è neppure un romanzo vero e proprio, il libro è in realtà un testo teatrale e come tale va letto e interpretato.
Lo scenario è un ambiente unico, fisso, posto in una dimensione al di fuori del tempo ordinario, simile a un palco teatrale sul quale di volta in volta compaiono dei personaggi che raccontano cosa hanno fatto in questo o quel periodo storico. Personaggi di varia levatura, alcuni anche alieni provenienti da altre stelle, ognuno con una sua funzione e un dramma personale da raccontare, e nel mezzo, i vari rapporti che intercorrono fra le varie comparse, il tutto raccontato da una voce narrante, tale Greta Forzane, con le sue osservazioni e sensazioni.
Nella dimensione oltre il tempo, il lettore-spettatore assiste allo spettacolo della Guerra del Cambio, dove due fazione si contrappongono, i Ragni (Spider) e i Serpenti (Snake) definizioni semplici e forse anche fuorvianti, destinate probabilmente a nascondere ben altra realtà. La battaglia eterna fra i due contendenti si estende tra passato e futuro, reclutando soldati umani e alieni, tutti dediti a modificare il corso degli eventi, in un divenire scosso continuamente dal Vento del Cambio, con incessanti rivolgimenti storici, rischiando perfino di cancellare l’intero cosmo.
Su quel Palco – Locale fuori da ogni tempo compaiono, irrompono e svaniscono uomini, donne e alieni, divenuti soldati del Cambio, strappati di colpo dai campi di battaglia del loro tempo, e quindi tendenzialmente nevrotici e confusi nei propri ricordi, gettati in una guerra dove l’unico centro stabile è lo spazio ucronico del locale-palcoscenico, dove danno sfogo alle loro emozioni.
Raccontare la trama, che non è una vera e propria trama, ma il racconto a posteriori di eventi e scenari sconnessi, (e non potrebbe essere altrimenti, essendo la Guerra del Cambio un persistente cambiamento) descritti a voce dai vari personaggi che si alternano in drammatiche rappresentazioni, si rischia di sminuire il lavoro di Leiber. Va detto però, che nonostante abbia vinto il Premio Hugo nel 1958, non è quella pietra miliare della SF che molti si affannano a definire, forse per timore di essere accusati di una specifica ignoranza.
Il Grande tempo è un curioso testo teatrale, di ambientazione per così dire Fantascientifica, particolare, e a tratti stimolante, e si vi piace il teatro lo apprezzerete sicuramente. Chissà, forse un giorno una compagnia teatrale lo rappresenterà veramente su un palcoscenico (forse è stato fatto, ma personalmente non ne sono a conoscenza) e di sicuro valenti attori sapranno
renderlo ancor più apprezzabile.
In seguito Leiber scriverà altri racconti incentrati sulla Guerra del Cambio, delineando diversi aspetti dell’universo conteso da Ragni e Serpenti e la difficoltà della conservazione della realtà, con relative angosce e stordimento umano davanti a una dimensione complessa e poco comprensibile.
IL GRANDE TEMPO –
(Titolo Originale – THE BIG TIME – 1958)
Traduttore – Riccardo Valla
Pag. 254
Cosmo Oro 19
Editrice Nord
